A partire dall’anno scolastico 2024/2025 alcune classi della Scuola primaria “Rayneri” hanno aderito al modello “Scuola senza Zaino”, entrando a far parte della rete nazionale.
Il modello “Scuola Senza Zaino”, è un approccio educativo innovativo nato nel 2002 a Lucca, si sviluppa successivamente in altre regioni italiane e promuove una pedagogia che punta a responsabilizzare gli alunni dove “il carico di lavoro dipende dai livelli di capacità”. Questo modello propone un cambiamento radicale rispetto al tradizionale sistema scolastico, con l’obiettivo di creare un ambiente di apprendimento più inclusivo, partecipativo e responsabilizzante per gli studenti.
Una scuola con una diversa organizzazione degli spazi, con percorsi didattici personalizzati e allo stesso tempo cooperativi. Una scuola che insegue una formazione di qualità, fondata sulla acquisizione di competenze e di autonomia, aperta allo spirito critico, alla creatività e alla libertà, capace di rispondere alle sfide del Terzo Millennio.
“Le scuole Senza Zaino hanno l’ambizione di offrire un percorso educativo che accompagni la crescita delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi all’altezza delle grandi sfide dell’umanità. L’impalcatura strutturale del Modello si poggia sull’idea culturale di “Approccio Globale al Curricolo” e su tre valori guida: la responsabilità, l’ospitalità e la comunità”. (senzazaino.it)
Il modello si basa su tre principi fondamentali:
- Responsabilità: Gli studenti sono incoraggiati a essere autonomi e a gestire il proprio apprendimento. L’obiettivo è farli diventare responsabili del loro percorso scolastico, stimolandone l’autonomia.
- Comunità: La scuola è vista come una comunità, in cui alunni, insegnanti e famiglie collaborano attivamente. Gli spazi scolastici sono organizzati per favorire la cooperazione, con aree condivise dove gli studenti possono lavorare insieme.
- Ospitalità: Gli ambienti di apprendimento sono accoglienti e ben organizzati, con l’obiettivo di creare uno spazio in cui i bambini si sentano a proprio agio. Gli arredi scolastici sono spesso diversi da quelli tradizionali, con banchi mobili e zone per il lavoro di gruppo.
Caratteristiche principali
- Senza zaino: Come suggerisce il nome, i materiali didattici sono già presenti nelle classi, riducendo così il peso fisico e simbolico dello zaino, che rappresenta un carico sia mentale che fisico per gli studenti. Gli strumenti rimangono a scuola e vengono utilizzati in comune da tutti i bambini.
- Metodologie attive: Si promuove un apprendimento attivo e partecipativo, basato sul fare e sull’esperienza, piuttosto che sulla mera trasmissione passiva di nozioni. Gli studenti sono protagonisti del proprio apprendimento. L’insegnamento non è standard, ma differenziato in base alle necessità e alle competenze del gruppo o del singolo.
- Spazi organizzati: Le aule sono pensate per essere luoghi flessibili e modulari, con angoli dedicati a diverse attività, come il lavoro di gruppo, le letture o le attività pratiche: i vecchi banchi monoposto sono sostituiti da grandi tavoli quadrati con 6 sedie intorno. C’è un angolo per l’informatica con il computer connesso al web, un angolo “agorà” con una pedana e i cuscini morbidi disposti a semicerchio, dove i bambini si accomodano per leggere un libro, da soli o in gruppo, e durante le lezioni frontali.
Il modello favorisce la cooperazione tra i ragazzi, incoraggiando il lavoro di squadra e la collaborazione disincentivando la competizione. Ideata come una scuola per tutti, l’approccio Senza Zaino sposa i principi ed i fondamenti dell’ Universal Design of Learning e con questa predisposizione mira a favorire l’inclusione di tutti gli studenti, con particolare attenzione a quelli con bisogni educativi speciali.
Il progetto, nato negli anni 2000 grazie a Marco Orsi (dirigente scolastico e pedagogista), e si è diffuso soprattutto in Toscana, ma ha trovato applicazione in molte altre regioni italiane, diventando un modello di riferimento per molte scuole primarie e secondarie di primo grado.
Questo modello ha riscosso interesse anche a livello internazionale, dove viene visto come un esempio di innovazione didattica e organizzativa.
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